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Gilles Clément
Il giardino in movimento
lunedì 4 aprile 2011, ore 15.30
Aula Magna del Rettorato, Piazza San Marco, 4 - Firenze
“Amo l’incolto,
perché non si trova nulla
che abbia a che vedere
con la morte”
G.Clément
Forse nessuno come Gilles Clément ha studiato gli spazi verdi che ci circondano in modo tanto approfondito e nello stesso tempo umile: paesaggista, ingegnere, agronomo, botanico ed entomologo, da oltre vent’anni si dedica ad un progetto che coinvolge il giardino della sua casa di campagna, dove attraverso molti esperimenti ha avuto inizio un viaggio attraverso quello che Clément ama definire – nel quadro di una analisi che spesso mostra anche i limiti dei concetti tradizionali dell’ecologia – il giardino planetario.
La Fondazione Florens, dopo il successo ottenuto con la prima edizione della Settimana Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali nel novembre 2010, continua il suo percorso di approfondimento, presentando a Firenze la lezione di un grande intellettuale del nostro tempo. Gli argomenti trattati da Clément sono identificabili con i principali obbiettivi di Florens: intercettare nuove visioni, creare una discussione sui temi inerenti la cultura del paesaggio ed analizzare lo scontro tra civiltà e ambiente naturale. La Toscana e Firenze, con i modelli di riferimento sorti durante il rinascimento, rappresentano il luogo ideale per preoccuparsi dell’evoluzione planetaria del paesaggio. Inoltre, sembra essere questo il momento più opportuno, anche dal punto di vista politico, infatti in questi mesi si stanno discutendo le regole per stabilire un rapporto equilibrato tra sviluppo delle città, incremento delle infrastrutture e tutela del paesaggio. Ecco allora che la visione poeticamente narrata di Clément penetra anche nella discussione politica di questi tempi e apre una terza via su scala planetaria.
Indispensabile per il giardiniere, come Clément stesso ama definirsi, è innanzi tutto l’ educazione dello sguardo, allo scopo di acquisire la facoltà di rinvenire ciò che nel mondo vegetale è al contempo invisibile e fondamentale. in tal senso il suo ultimo libro, Il giardino in movimento (Quodlibet 2011) – che a Firenze viene presentato in anteprima – fa da complemento al Manifesto del Terzo paesaggio, integrandone e arricchendone le idee in forma più estesa e narrativa.
A Firenze, Clément illustrerà minuziosamente diversi casi per rendere trasparente cosa significhi dare corpo a un’idea paradossale come quella di ”giardino in movimento”, spazio in cui la natura non è assoggettata e soffocata dalle briglie di un progetto, di uno schema preconfezionato, e dove spesso è più prezioso sapere cosa non fare anziché intervenire e aggredire. Si apprenderà allora l’arte di agevolare, favorire, incoraggiare, e mentre «il gioco delle trasformazioni sconvolge costantemente il disegno del giardino», sia il giardiniere, inteso come il «guardiano dell’imprevedibile», sia il visitatore, potranno nutrirsi delle immancabili dosi di sorpresa che la natura riserva loro quando si esprime finalmente nella sua pienezza.
Ecco allora che non parrà strano leggere nel suo manifesto (che come tutti i manifesti annuncia un’avanguardia non solo di linguaggio ma anche di comportamento) frasi come: “ Elevare l’indecisione fino a conferirle dignità politica. Porla in equilibrio col potere. “Considerare la non organizzazione come un principio vitale grazie al quale ogni organizzazione si lascia attraversa dai lampi della vita. Avvicinarsi alla diversità con stupore. Considerare la mescolanza planetaria – meccanica inerente al terzo paesaggio – come un motore dell’evoluzione. Presentare il terzo paesaggio, frammento indeciso del Giardino planetario, non come un bene patrimoniale, ma come uno spazio comune dl futuro. Elevare l’improduttività fino a conferirle dignità politica. Proteggere i siti toccati da credenze come un territorio indispensabile per l’errare dello spirito. Confrontare l’ipotesi con altre culture del pianeta, specialmente quelle culture i cui fondamenti poggiano su un legame di fusione tra l’uomo e la natura”.
L'originalità del pensiero di Clément ha fatto sì che il Centre Pompidou abbia organizzato (ottobre-dicembre 2010) una serie di incontri e seminari dedicati a lui, coinvolgendo non solo paesaggisti, botanici, artisti, ma anche economisti e antropologi, per sottolineare la forza politica della sua visione del mondo. Non è un caso che alcuni testi di Clément siano alla base delle obiezioni teoriche verso la politica ambientale dei governi Sarkozy.
Gilles Clément (1943) è docente presso l’École Nationale Supérieure du Paysage de Versailles, scrittore, ha influenzato con le proprie teorie e con le proprie realizzazioni (tra queste il Parc André Citroën e il Musée du quai Branly a Parigi) un’intera generazione di paesaggisti europei. Ha pubblicato tra l’altro: Le jardin planétaire (catalogo della mostra alla Villette di Parigi, 1999); La sagesse du jardinier (2004), due romanzi, Thomas et le voyageur (1997); La dernière pierre (1999). In Italia sono stati pubblicati l’antologia Il giardiniere planetario (22 Publishing, 2008); Elogio delle vagabonde (DeriveApprodi 2010) per Quodlibet: Manifesto del Terzo paesaggio (2005) e Il giardino in movimento (2011).
“Le piante viaggiano. Le erbe, soprattutto. Si spostano in silenzio, come i venti. Non si può nulla contro il vento. Se si mietessero le nuvole, si sarebbe sorpresi di raccogliere sementi imprevedibili mescolate al loess, polveri fertili. Già nel cielo si disegnano paesaggi impensabili. L’evoluzione ne ha i suoi vantaggi, ma la società no. Il più umile progetto di gestione si scontra con il calendario della programmazione: ordinare, gerarchizzare, tassare, quando tutto può cambiare in un attimo. Come mantenere il paesaggio, quale griglia tecnocratica applicare alle intemperanze della natura, alla sua violenza? Il progetto di controllo totale trova degli alleati inattesi: i radicali dell’ecologia e i nostalgici. Niente deve cambiare, è in gioco il nostro passato; oppure, niente deve cambiare, è in gioco la biodiversità. Tutti contro il vagabondaggio!”, così scrive Gilles Clément.
a cura di Pino Brugellis e Sergio Risaliti
Informazioni: Lisa Cigolini - Fondazione Florens
e-mail:
T. + 39
Ufficio stampa: Lucia Lunghini - Dorado Communications
e-mail:
T.
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